Mario Tamponi Zurück
Italiani del nostro tempo Gente vera, creativa Federico Fellini Mostro sacro del cinema, visionario universale nonostante la sua vita sia tutta tra Rimini, dove nasce nel 1920, e Roma. Quei confini li oltrepassa solo per andare a ricevere premi e Oscar, l’ultimo alla carriera nel 1993. Federico Fellini rivoluziona il linguaggio del Neorealismo da cui parte, ironizza su aspetti di volgarità nella società del benessere, tesse un elogio della follia con una miriade di rappresentazioni e personaggi che restano nel nostro immaginario onirico. Già con Lo sceicco bianco (1952) nasce la collaborazione musicale di Nino Rota, nella poesia della Strada (1953) si consolida il sodalizio artistico con Giulietta Masina, compagna di vita fino alla morte nel 1993; e nella Dolce vita (1960) si delinea il ruolo di alter ego in Marcello Mastroianni. Aldo Moro Richiama i tempi di una politica ricca di cultura umanistica e giuridica, di valori morali e di fantasia strategica. Cinque volte presidente del Consiglio con coalizioni di centro-sinistra, Aldo Moro concepisce poi il superamento di grandi conflittualità sociali con un governo di “solidarietà nazionale” mediante l’inclusione - senza ministeri - del PCI di Berlinguer dopo lo strappo da Mosca. L’idea di questa svolta, non gradita per opposte ragioni agli Stati Uniti e all’Unione Sovietica, naufraga nel 1978 nel rapimento dello stesso Moro da parte delle Brigate Rosse. Il suo assassinio dopo 55 giorni di prigionia cambia radicalmente il corso della politica italiana, anche se l’intreccio delle complicità non viene mai chiarito. La famiglia rifiuta funerali di stato; ad onorarlo è soprattutto la tristezza del suo miglior amico, papa Paolo VI. Anna Magnani Al suo arrivo in America per il ritiro dell’Oscar come miglior attrice nel 1956 il Time scrive: “Divina, semplicemente divina! In confronto a lei le nostre attrici sono manichini di cera paragonate ad un essere umano". Romana purosangue (1908-1973), Anna Magnani trasferisce la drammaticità di un’esistenza passionale nei suoi personaggi, come in Bellissima e Mamma Roma, soprattutto in Roma città aperta del suo Rossellini, film manifesto del Neorealismo. "È la quintessenza dell'Italia, - dice di lei Renoir - ed anche la personificazione più completa del vero teatro. Le sono grato per aver simboleggiato nel mio cinema tutte le altre attrici del mondo". Indro Montanelli : "Io la ringrazio soprattutto di esistere. Nessuna creatura mi ha mai dato tanto e così generosamente. Per fortuna non se ne accorge e non esige impossibili restituzioni." Quando a bordo del Vostok1 Jurij Gagarin compie nel 1961 la prima rotazione della terra, dichiara: "Saluto la fraternità degli uomini, il mondo delle arti e Anna Magnani”. Don Lorenzo Milani Sacerdote dal 1947, don Lorenzo Milani è l’autore di un miracolo pedagogico in una piccola frazione di montagna, Barbiana, dove la Curia di Firenze lo ha esiliato per divergenze di vedute. La scuola che si sviluppa con i pochi bambini della zona è un collettivo di vita a tempo pieno dove tutti lavorano insieme e chi sa di più aiuta e sostiene chi sa di meno. Con la sola motivazione don Milani riscatta i poveri dall’analfabetismo alla dignità, ad una cultura non come strumento di potere, ma come libertà personale. Per la sua rivoluzione scomoda subisce campagne di denigrazione, fino alla morte nel 1967. Papa Francesco Chiamato a Roma dalle periferie del mondo, Papa Francesco interpreta il suo mandato come compito di rinnovare la Chiesa nello spirito evangelico della povertà e dell’amore: con coraggio nonostante le resistenze da parte dei privilegi costituiti. Rompendo con una certa tradizione dogmatica e clericale si apre all’intera umanità per farle riscoprire la misericordia di Dio e l’universale chiamata alla fede nella diversità delle culture. Un’opportunità singolare per una riforma profonda anche della società e delle istituzioni che la governano nel mondo. Fabrizio De Andrè Fabrizio De Andrè è uno dei più grandi poeti musicali, il cantautore degli emarginati e degli sconfitti. Pacifista sulla linea di Bob Dylan e Leonard Cohen, tendenzialmente anarchico in sintonia col filosofo tedesco Max Stirner, cristiano secondo Gesù di Nazareth senza potere istituzionale, con la chitarra canta i suoi sogni in metafore suggestive. Nato a Genova da genitori piemontesi nel 1940, ama la Sardegna come patria d’adozione. Nella sua tenuta di campagna vicino a Tempio Pausania la sera del 27 agosto 1979 viene rapito con la compagna Dori Ghezzi dall’anonima sequestri e liberato quattro mesi dopo dietro versamento del riscatto pagato dal padre. Sui carcerieri ha parole di pietà: «Noi ne siamo venuti fuori, loro invece non potranno mai farlo». Antonio Gramsci Sardo di nascita (1891 ad Ales) con antenati paterni albanesi, di famiglia indigente e di salute precaria fin dall’infanzia per tubercolosi ossea, Antonio Gramsci studia a Torino Croce e Marx. Diventa uno dei più importanti pensatori del XX secolo, ma anche politico, linguista e critico letterario. Nei suoi scritti, tra i più originali della tradizione filosofica marxista, analizza la struttura culturale e politica della società. In particolare elabora il concetto di egemonia secondo cui le classi dominanti estendono i propri valori e idee all’intera società per esercitare il potere su tutti, classi subalterne comprese. È uno dei fondatori del Partito Comunista italiano. Nel 1926 viene rinchiuso nel carcere fascista di Turi; in seguito al deterioramento delle condizioni di salute ottiene la libertà condizionata, fino alla morte nel 1937. Alcide De Gasperi Primo presidente del Consiglio dell’Italia repubblicana, Alcide De Gasperi governa il Paese nella sua rinascita politica ed economica fino al 1953. Colto, cattolico di profonda religiosità e antifascista, esercita la politica con spirito antiautoritario e laico, una volta persino in conflitto col Vaticano. Col francese Schuman, il tedesco Adenauer e l’italiano Spinelli è anche padre fondatore dell’Unione Europea. Uomo integerrimo, resta un esempio singolare di come la politica possa essere servizio ed etica. Grazia Deledda È l’unica donna italiana Premio Nobel per la letteratura, nel 1926, con la motivazione: «per la potenza di scrittrice, sostenuta da un alto ideale che ritrae in forme plastiche la vita nella sua appartata isola natale». Sarda di Nuoro, Grazia Deledda è poetessa del travaglio morale, paragonabile a quello di narratori russi come Dostoevskij e Tolstoj. La Sardegna, in particolare quella della Barbagia, è presente come “luogo mitico, terra senza tempo in cui si consuma l’eterno dramma dell’esistere”. La casa natale della scrittrice è oggi un museo dell’orgoglio isolano. Pier Paolo Pasolini Comunista senza partito e cristiano senza chiesa, Pier Paolo Pasolini è l’immagine dell’intellettuale illuminato e intransigente. Da grande poeta e cineasta resta coscienza critica della nostra società nei suoi sviluppi negativi del consumismo e della globalizzazione economica e culturale. Dà voce agli ultimi, soprattutto ai giovani della periferia urbana. Con l’emarginazione, perché omosessuale, e con la vita paga il fatto di vedere e sapere troppo sugli intrighi del potere. I mandanti del suo brutale omicidio (1975) restano nel mistero. Tina Anselmi Cattolica, antifascista e partigiana della Resistenza, Tina Anselmi si batte da ministro e dopo contro i poteri occulti, autori di stragi e corruzione, per i diritti delle donne e per la democrazia. Attiva nel sociale, opera sempre col senso della concretezza e col fascino della discrezione. Morta nel 2016, resta un’autentica, umile testimone del nostro tempo. Giovanni Falcone Nella lotta alla mafia Giovanni Falcone comprende la necessità di svolgere indagini patrimoniali e sul percorso del denaro sporco, di rafforzare la collaborazione investigativa internazionale e usare i mafiosi pentiti per informazioni altrimenti inaccessibili. Nel pool antimafia si associa a pochi altri magistrati affidabili che sognano una Sicilia senza Cosa nostra. Così riesce ad istituire nel 1986 il maxiprocesso di Palermo che si conclude con 360 condanne per 2665 anni di carcere. Subisce campagne di delegittimazione da parte di magistrati, politici e giornalisti. Trasferito a Roma, gli viene negata persino la guida del Commissariato per la lotta alla mafia; eppure continua a investigare sui "delitti politici" siciliani. Ritornando il 23 maggio 1992 per un fine settimana nella sua Palermo, una tonnellata di tritolo sotto l’autostrada vicino a Capaci lo fa saltare in aria con la moglie e gli agenti di scorta. Paolo Borsellino Appena due mesi dopo l’omicidio di Falcone in un altro drammatico attentato al tritolo in Via d’Amelio a Palermo muore con gli agenti di scorta il giudice Paolo Borsellino, stretto amico e collaboratore di Falcone. I due sacrifici eccellenti però non celebrano più l’onnipotenza della mafia, ma la nascita di una forte ribellione civile tra la gente con due simboli di riferimento. I metodi del pool antimafia di Falcone e Borsellino fanno scuola e ispirano al Parlamento nuove leggi e l’istituzione di efficaci strumenti investigativi e repressivi. Gian Maria Volontè Con la sua teatralità istrionica accompagna molte vicende di violenza e corruzione del nostro Paese. Scoperto da Sergio Leone alle prese con Per un pugno di dollari, che inaugura il genere spaghetti-western, Gian Maria Volonté è l’attore più versatile del cinema d’impegno civile, soprattutto in Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri, Uomini contro e Il caso Mattei di Francesco Rosi, Sacco e Vanzetti di Giuliano Montaldo, Il caso Moro di Giuseppe Ferrara. Nato a Milano nel 1933, vuole essere sepolto, nel 1994, sotto un albero sardo nel piccolo cimitero dell’isola La Maddalena. Alex Zanardi Automobilista per passione, Alex Zanardi, nato a Bologna nel 1966, ha un passato intenso di competizioni nella Champ Car e nella formula 1. Ma un personaggio lo diventa con l’incidente del 15 settembre 2001 al Lausitzring in Germania, dove la sua Reynard Honda investita perpendicolarmente si spezza in due. Si salva miracolosamente con l'immediata amputazione delle gambe e una quindicina di altre operazioni. Nel dicembre dello stesso anno si presenta in pubblico su sedia a rotelle scherzando sulla propria menomazione. Due anni dopo nel circuito del terribile incidente ripercorre simbolicamente i restanti 13 giri della gara del 2001 a bordo di una vettura appositamente modificata. Da allora la sua attività agonistica di pilota e paraciclista ridiventa frenetica: con tanti successi, ma soprattutto con la testimonianza di un amore incondizionato della vita senza alcuna presunzione di eroismo. È anche conduttore di trasmissioni televisive, stimolanti per la sua contagiosa curiosità. A cura di Mario Tamponi